Le origini del nome della città di Misterbianco, un legame profondo con la chiesa Madre: Campanarazzu
Il sito dell’antico comune di Monasterium Album (Monastero Bianco) sorgeva poco più a sud dell’odierna Misterbianco. Il suo nome deriva dal colore bianco che caratterizzava le mura del villaggio e del monastero che sorgeva nella parte più alta della cittadina.
La vita religiosa dei monaci che animavano questo luogo e che nella loro quotidianità indossavano tuniche bianche, si svolgeva principalmente intorno alla chiesa Madre conosciuta oggi con il nome di Campanarazzu.
Questo antico edificio religioso è stato riportato alla luce da recenti scavi archeologici condotti al di sotto della fitta colata lavica che nel 1669 ricoprì l’intero villaggio.
Gli scavi hanno restituito ai misterbianchesi e alla comunità tutta un gioiello il cui nucleo più antico risale al 1200. Come da usanza comune a quel tempo, la struttura della chiesa subì diverse fasi di ampliamento e modifica giunte al termine solo nel 1630; pochi anni dopo, la devastante colata lavica l’avrebbe sepolta interamente.
La struttura rinata dopo aver eliminato l’alto strato di lava, si presenta perfettamente conservata e rappresenta uno dei pochi esempi di Rinascimento siciliano (nella Sicilia orientale che fu devastata dal successivo terremoto del 1693) . Quando l’11 marzo del 1669 l’Etna iniziò la sua eruzione la lava ricoprì tutto l’abitato e del comune e della chiesa non rimase quasi nulla. L’unico elemento architettonico rimasto visibile al di sopra del basalto lavico fu il campanile della chiesa Madre, sopravvissuto integro fino al terremoto del 1693 che distrusse Catania e buona parte della Val di Noto. Da questo campanile, simbolo di resistenza alle intemperie naturali e miracolosamente rimasto indenne, deriva il nome Campanarazzu ancora oggi identificativo dell’intera area in cui sorgono gli scavi.